Se hai scelto di fare una crociera subacquea alle Maldive, certamente lo hai fatto per le sue acquee cristalline, i suoi pesci colorati come i bellissimi pesci pagliaccio, le spugne marine colorate e il sole che promette una tintarella duratura, ma soprattutto per i suoi fondali incredibilmente belli e pieni di corallo!
Purtroppo con l’aumentare del turismo di massa sono proprio le scogliere coralline (reef) a soffrire per prime, spesso troviamo i reef danneggiati da temperature troppo elevate, predatori naturali come la Stella corona di Spine e altri fattori, ma è proprio l’azione antropica diretta ad essere spesso la prima causa.
Prendiamo ad esempio il resort di Bandos dove ho lavorato come biologo per alcuni mesi, l’house reef intorno all’isola era sicuramente uno dei più belli di tutto l’atollo di Male nord, ma purtroppo una parte di esso vicino al porto era stato totalmente spazzato via e al suo posto erano rimasti solamente sabbia e detriti.
Iniziamo col dire che il corallo è un animale coloniale che vive in simbiosi con delle microscopiche alghe unicellulari in una situazione di mutuo vantaggio, la colonia è formata da singoli animaletti chiamati polipi dotati di tentacoli che utilizza per catturare il cibo in sospensione nell’acqua.
La morte di uno di essi non costituisce un problema per il restante organismo in grado di rimpiazzare con sempre nuovi polipi e continuare così a sopravvivere. Questo tipo di riproduzione asessuata dei coralli denominata Budding è il punto cardine del coral farming (o coral gardening).
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Coral gardening: la difficile arte del “giardinaggio” subacqueo
Coral gardening significa letteralemente coltivare i coralli, far ricrescere i coralli per riempire quello spazio vuoto che una volta era occupato dal reef, il procedimento da seguire non è complicato e si è rivelato alle Maldive, una attività utile per il reef e coinvolgente per i turisti in visita al resort.
Ecco quali sono le fasi di lavoro per fare un buon coral gardening:
- SCELTA DEL SITO: Il reef non è una quasi mai una struttura omogenea, alcuni punti saranno più adatti per inziare il coral farming; ecco perchè e sempre utile fare qualche giro in snorkeling, confrontare diversi siti e analizzarne le caratteristiche prima di passare alla pratica.
- RICERCA DI FRAMMENTI DI CORALLO VIVO: Una volta scelto il sito più adatto, la seconda fase sta nel trovare dei piccoli frammenti di corallo che si siano staccati dalla restante colonia e che siano ancora vivi, è importante che non siano già ricoperti di alghe o interamente bianchi (quello è il limite tra vita e morte di un corallo). Procurarsi delle fasce di corda per fissare i frammenti ad una struttura metallica(o frame) in grado di essere stabile in acqua, le più gettonate hanno di solito una forma piramidale o a letto.
- MONITORAGGIO DELLA CORAL FARM: La terza fase è forse quella più importante e impegnativa, il monitoraggio è importante tanto quanto la preparazione. I coralli alle prime fasi di crescita sono sicuramente i più vulnerabili. E’ quindi importante mantenerli puliti da alghe a altri agenti patogeni, con uno spazzolino: basta pulirli una volta o due a settimana per eliminare il 90% dei problemi e assicurarsi così una crescita salutare.
A parte questo, anche la scelta del tipo di corallo è importante. Normalmente le acropore ramificate sono le più adatte perchè crescono velocemente, sono facili da recuperare e da fissare sul frame.
Se le condizioni fondamentali come luce, temperatura dell’acqua e ondosità sono adeguate, tutto quello che rimane da fare è armarsi di po di pazienza, il nuovo patch di coralli crescerà senza troppi problemi.
In questo modo e con l’aiuto di molti collaboratori oltre che dei turisti, siamo riusciti a dare una mano al resort nell’Isola di Bandos, in poche settimane i miglioramenti erano già visibili nel Housereef che ora può vantare di una struttura sicuramente più in salute.