Incidenti subacquei

Incidenti subacquei

Gli incidenti subacquei sono sempre un capitolo triste della subacquea e leggere articoli sugli incidenti che possono capitare durante l’attività subacquea, è molto doloroso. Si tratta però di un tema che va approfondito con le dovute riflessioni personali.
I dati del DAN Europe spiegano che gli incidenti subacquei hanno un’incidenza bassa (fra lo 0,006% e 0,04%), rispetto ad altri sport, come: 0,09% del nuoto, 0,91% del calcio e l’1,89% del basket.

Alcune cause degli incidenti subacquei

Alcuni dei più comuni infortuni/incidenti nella subacquea ricreativa, possono verificarsi a causa di:

  • Stress: lo stress può generare affanno, panico e quindi reazioni incontrollate. Il panico può portare una persona ad effettuare una fuga verso la superficie, quasi sempre senza espirare, con conseguente sovradistensione polmonare.
  • Eccessivo freddo: il corpo in acqua perde calore molto più velocemente rispetto che nell’aria. Quando la temperatura scende sotto i 35°, i brividi intensi possono progredire fino ad alterazione dello stato di coscienza, irritabilità, stato confusionale, come e decesso. Gli indumenti bagnati e il vento aumentano il rischio di ipotermia da immersione subacquea.
    L’ipotermia rallenta tutte le funzioni fisiologiche, compresi la funzionalità degli apparati cardiovascolare e respiratorio, la conduzione nervosa, le capacità intellettive. La termoregolazione cessa all’incirca al di sotto dei 30° C; l’organismo deve in questo caso dipendere da una fonte di calore esterna per riscaldarsi.
  • Eccessivo caldo: quando si rimane troppo tempo esposti al sole in barca e per esempio, con la muta indossata.
  • Mal di mare: la quasi totalità delle volte che si comincia ad avvertire il mal di mare, è quasi impossibile ormai fermarlo. L’ideale è prevenirlo con alcune precauzioni, come: fissare un punto nell’orizzonte quando si è in barca, non aspettare troppo tempo in balia delle onde appena ci si tuffa, non restare troppo tempo a bordo della barca quando si getta l’ancora, cercare sempre dei punti di riferimento anche sott’acqua, evitare di soffermarsi ad osservare le praterie di posidonia che ondeggiano sinuose, fare in modo di non avere troppo compagni (che fanno le bolle in direzione del nostro viso) sotto di noi durante la sosta di decompressione.
    Personalmente sono riuscita ad interrompere anni di mal di mare, con delle capsule di zenzero, ideali contro la nausea!
    (Consiglio 2 – 3 capsule max, 1 oretta prima di mettersi in barca o gommone). 😉
  • Punture e morsi: per evitare punture e morsi da parte degli animali marini, la regola fondamentale è: guardare, ma non toccare.
  • Pericoli ambientali: reti sommerse, lenze abbandonate, forti correnti,restare intrappolati o feriti all’interno delle grotte o relitti.
  • Immersione in solitaria o mancato funzionamento del sistema di coppia.
  • Droghe, sedativi o alcol.
  • Mancata compensazione degli spazi aerei del corpo e degli spazi aerei artificiali (maschera).
  • Sforzi eccessivi (prima, durante e dopo l’immersione).
  • Emersione rapida: emersione volontaria per panico, pallonata per perdita della zavorra o mancato controllo dell’assetto a causa di una pesata non corretta e una mancata pesata subacquea.
  • Scarsa idratazione e prima e dopo le immersioni.
  • Avvelenamento da anidride carbonica: dovuto ad un’inadeguata respirazione (ipoventilazione), eccessivi sforzi fisici (ad esempio nuotare contro-corrente), contaminazione della fornitura di aria, malfunzionamento dell’erogatore. L’avvelenamento da anidride carbonica si manifesta con mal di testa, respirazione alterata (per ritmo o frequenza), nausea, vertigini, confusione, convulsioni e perdita di coscienza.
    Le forme lievi da avvelenamento di CO2 possono essere sospettate quando i subacquei lamentano cefalea da immersione o consumano poca aria.
  • Tossicità dell’ossigeno: si verifica quando immergendosi con miscele Nitrox, la pressione parziale dell’O2 che supera le 1,4 ata/bar.
  • Narcosi d’azoto (detta anche ebbrezza da alti fondali o effetto “Martini”): si verifica quando si fanno immersioni respirando aria compressa a profondità maggiori di 30 mt. L’elevata pressione parziale di N2 può esercitare un effetto simile all’intossicazione da alcol. La conseguente compromissione della capacità di giudizio può causare l’annegamento.
  • Immersioni oltre i limiti della propria esperienza e del proprio brevetto sub.
  • Immersioni in non-perfette condizioni fisiche: raffreddore, influenza, sinusite, mancanza di riposo/sonno, scarso allenamento fisico.
  • Valvola della bombola non completamente aperta (o addirittura bombola chiusa).
  • Mancato ripasso delle conoscenze e della pratica, dopo un lungo periodo di inattività.

Il DAN, che è la più grande, importante e attiva organizzazione al mondo dedidata alla sicurezza dello sport subacqueo, ha redatto un breve decalogo fondamentale delle principali 10 regole di sicurezza per le immersioni che vi invitiamo a leggere e condividere.

Il DAN fornisce un numero di chiamata d’emergenza per gli incidenti subacquei (urgenti, ma anche poco gravi), 24 h su 24 e in ogni parte del mondo. Fornisce anche un numero di chiamata (telefono e e-mail) per informazioni mediche e situazioni non d’emergenza.
Tutta questa assistenza è però fornita SOLTANTO AGLI ISCRITTI AL DAN con copertura assicurativa attiva. Per questo è molto importante iscriversi al DAN e scegliere una polizza, a partire da 45 € / annuale.

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Avatar Francesca Maglione

Ciao! Mi chiamo Francesca Maglione e sono la prima travel blogger italiana specializzata nel mondo dei viaggi diving.
Attraverso Viaggi per Sub ®, aiuto i subacquei (e chi sogna di diventarlo), a trovare nuove stimolanti avventure da vivere sotto il pelo dell’acqua.
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