Meduse

Meduse

Qual è la prima cosa che vi viene in mente sentendo la parola “medusa”? Sono sicura che tanti di voi avranno pensato a “puntura, bruciatura, dolore”. Ma sono certa anche che tra voi c’è qualcuno che è riuscito ad andare oltre alla paura dei tentacoli urticanti e ad apprezzare questi eleganti animali in tutta la loro bellezza.

Anatomia delle meduse: semplicemente efficienti

Le meduse (Classe Scyphozoa) appartengono al grande gruppo degli cnidari (Phylum Cnidaria), insieme ad anemoni di mare e coralli. Il loro corpo è caratterizzato da una simmetria radiale e si sviluppa concentricamente intorno ad un asse centrale: girando intorno ad una medusa la vedremo infatti sempre uguale, indipendentemente dall’angolazione da cui la osserviamo!
La forma di questi animali è inconfondibile: il loro corpo (detto ombrella) ricorda una campana, dal cui margine inferiore si dipartono, rivolti verso il basso, decine di tentacoli. Sul lato concavo dell’organismo, in posizione centrale, è presente una struttura dalla forma cilindrica detta manubrio, al termine della quale si trova la bocca. Questa è l’unica apertura presente nell’animale e si apre in una cavità cieca chiamata cavità gastrovascolare.

Le meduse sono organismi molto semplici e il loro corpo si compone solamente di tre strati:

  • l’epidermide, lo strato più esterno, che funge da barriera verso l’ambiente circostante;
  • la gastrodermide, lo strato più interno, che riveste la cavità gastrovascolare;
  • e infine la mesoglea, una massa gelatinosa che si frappone tra gli altri due strati e che favorisce il galleggiamento dell’animale. Proprio alla mesoglea, che conferisce alle meduse il caratteristico aspetto gelatinoso (jelly), si deve il nome inglese di jellyfish.

Tentacoli e alimentazione: una bellezza pungente

Ciò che rende le meduse tanto antipatiche ai bagnanti di tutto il mondo sono i loro tentacoli urticanti: essi infatti, a differenza dell’ombrella, sono in grado di provocarci delle fastidiose ferite. Come? Grazie alla presenza di centinaia di cellule specializzate per catturare le prede (cnidociti).

Ogni cnidocita contiene al suo interno una capsula microscopica (nematocisti) che racchiude a sua volta un filamento avvolto a spirale in grado di iniettare del veleno nella preda o di avvilupparla. Il meccanismo che aziona queste efficacissime armi è di tipo meccanico: basta infatti che la preda (o il malcapitato bagnante) sfiori un tentacolo per far scattare le nematocisti. Nonostante le loro capacità di movimento siano molto limitate, grazie a questo sofisticato sistema le meduse riescono a predare organismi molto più complessi e veloci di loro.

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Riproduzione: il ciclo polipo-medusa

Il ciclo vitale delle meduse varia da specie a specie e può essere più o meno complesso e prevedere diversi stadi. In linea generale si individuano due fasi, che si susseguono nella vita di un animale nel cosiddetto ciclo polipo-medusa:

  1. FASE DI POLIPO: forma bentonica, vive adesa al substrato. Presenta un corpo tubulare, con
    bocca e tentacoli rivolti verso l’alto. Si riproduce asessualmente per gemmazione, scissione
    o lacerazione del piede.
  2. FASE DI MEDUSA: liberamente natante, vive nella colonna d’acqua. Il corpo ha forma a
    campana con bocca e tentacoli rivolti verso il basso. La medusa rappresenta la forma
    “adulta”del ciclo e si riproduce sessualmente producendo uova e spermatozoi, dalla cui
    fusione originano i polipi.

Curiosità sulle meduse

Nonostante siano organismi molto semplici, le meduse possono raggiungere dimensioni ragguardevoli! É questo il caso della medusa criniera di leone (Cyanea capillata), la cui ombrella può raggiungere i 2 m di diametro e i cui tentacoli possono misurare fino a 35 m!

Avatar Giulia Pellizzato

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