Tra tutti gli animali marini, i polpi meritano sicuramente un posto tra gli organismi più complessi ed affascinanti. Il loro aspetto buffo e la mancanza di un arsenale appariscente nascondono la vera natura di predatori implacabili, che fanno di una incredibile intelligenza la loro sorprendente arma vincente.
Come tutti i molluschi, i polpi sono caratterizzati da un corpo molle e privo di uno scheletro rigido. A differenza di molti dei loro parenti, però, il corpo dei polpi non è neppure racchiuso da un involucro protettivo, mostrando così apertamente la propria natura flessibile.
L’assenza di strutture mineralizzate non deve però trarre in inganno: i polpi sono animali tutt’altro che indifesi, e si collocano tra i più temibili predatori degli oceani.
Dal punto di vista tassonomico, i polpi sono molluschi cefalopodi come le seppie, i calamari e i nautili (i rappresentanti più primitivi di questa classe di animali). A differenza degli altri gruppi, però, i polpi possiedono otto braccia, andando così a comporre (insieme agli argonauti) l’ordine degli “ottopodi”.
Le braccia dei polpi sono forti e poderose e sono dotate di potenti ventose muscolari con le quali questi animali possono spostarsi, ancorarsi saldamente alle pareti della tana e sopratutto afferrare e trattenere le loro prede. Nei maschi, uno dei tentacoli ha anche la funzione di organo copulatorio, che viene inserito nella cavità palleale del corpo della femmina e da dove vengono rilasciate le spermatofore contenenti il seme.
Le caratteristiche anatomiche dei polpi sono davvero sorprendenti. La loro evoluzione, infatti, rappresenta secondo alcuni la risposta dei molluschi alla comparsa dei pesci. Prima che questi facessero il loro ingresso nell’immenso palcoscenico della vita di questo pianeta, infatti, gli invertebrati dominavano gli oceani e il grado di complessità anatomica e neurologica era piuttosto ridotto. La comparsa dei vertebrati rappresentò un balzo in avanti notevole dell’evoluzione: con loro erano infatti comparsi animali veloci, intelligenti e dai comportamenti sociali e predatori complessi. Sensi raffinati come la linea laterale, le ampolle di Lorenzini ed una vista più acuta facevano dei pesci il “non plus ultra” della tecnologia vivente. Per far fronte a tanta innovazione, alcuni gruppi di molluschi si evolsero dando vita ai moderni cefalopodi e riuscendo a trovare soluzioni nuove ed altrettanto efficaci.
Il sistema cardiovascolare dei polpi, ad esempio, è unico: a monte del cuore sistemico, ossia il cuore principale che pompa il sangue verso i tessuti, esistono altri due cuori accessori, o cuori branchiali, che pompano con forza il sangue proveniente dai tessuti verso le branchie, dove avverranno gli scambi gassosi, e da qui al cuore principale.
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Anche il sistema nervoso dei polpi è assolutamente affascinante: il cervello è grande racchiuso in un cranio cartilagineo e riesce ad elaborare informazioni complesse e predisporre risposte che rivelano una intelligenza davvero notevole. Inoltre una parte importante dell’intelligenza dei polpi è localizzata direttamente nelle braccia, dove gruppi di neuroni si riuniscono a formare dei “gangli” periferici che costituiscono una sede distaccata ed autonoma del sistema nervoso dell’animale. Gli stimoli esterni vengono infatti elaborati e le informazioni condivise con i gangli delle altre braccia senza passare attraverso il cervello, organizzando risposte immediate in cui gli ordini, per così dire, provengono direttamente da queste sedi periferiche della loro intelligenza.
Mancando di una guaina mielinica, ossia il rivestimento eterno che permette ai neuroni dei vertebrati di far viaggiare le informazioni a velocità molto elevata anche con diametri ridotti, alcuni neuroni dei cefalopodi, deputati a trasferire informazioni ad alta velocità, si sono evoluti in cellule dal diametro molto grande, permettendo di trasferire informazioni a velocità paragonabili a quelle dei vertebrati.
In maniera apparentemente contrastante rispetto alle incredibili capacità di mimetismo di questi eccezionali animali, gli occhi dei polpi non sono in grado di distinguere i colori.
Almeno, non come lo intendiamo noi. Nell’occhio dei vertebrati, infatti, sono presenti quattro tipi di fotorecettori, di cui tre a forma di cono sensibili alla luce in tre differenti range di lunghezza d’onda. Dal confronto tra i segnali registrati dai 3 diversi tipi di coni si determina la visione dei vari tipi di colori; nella retina dei polpi, invece, sono presenti fotorecettori di un unico tipo, a forma di bastoncello, che però sono capaci di distinguere la diversa polarizzazione della luce. E’ quindi questo il tipo di informazione utilizzato dai polpi per distinguere, a modo loro, i colori e riprodurli efficacemente sulla propria pelle.
Come abbiamo già detto, i polpi sono temibili cacciatori. Allo stesso tempo, però, sono anche prede molto ambite dai grossi predatori dell’oceano come cernie, murene e mammiferi marini. Per poter sopravvivere in un mondo altamente competitivo come quello acquatico i polpi hanno sviluppato una considerevole dotazione di armi all’apparenza poco visibili.
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