Fanerogame marine e macroalghe vivono entrambe in acqua, sono verdi e troppo spesso sono confuse le une per le altre. Anche se ad un primo sguardo possono sembrare molto simili, sono in realtà organismi ben distinti, caratterizzati da una diversa anatomia e un differente grado di complessità.
Le fanerogame marine sono vere e proprie piante marine (come ad esempio le praterie di Posidonia Oceanica) appartenenti al gruppo delle monocotiledoni, all’interno del quale troviamo moltissime piante terrestri, tra cui orchidee e palme. Proprio come le loro cugine terrestri, il “corpo” delle fanerogame marine presenta diversi organi, ciascuno specializzato in una diversa funzione:
L’anatomia delle alghe è invece molto più semplice. Il loro corpo (o tallo) non presenta diversi organi: tutte le cellule sono infatti in grado di assorbire i nutrienti dall’acqua e di compiere la fotosintesi clorofilliana. Può trarre in inganno la presenza di strutture dall’aspetto simile a quello delle radici, chiamate invece rizoidi, che però svolgono la sola funzione di ancorare l’alga al substrato.
Sembra incredibile, ma le fanerogame marine si riproducono attraverso fiori e frutti proprio come le piante terrestri. Il polline viene rilasciato dalla pianta e trasportato dalle correnti marine fino a raggiungere e impollinare i fiori di un’altra fanerogama. Avvenuta l’impollinazione, si sviluppa un frutto dall’aspetto simile ad un’oliva che, una volta maturo, si stacca e viene trasportato dalle correnti fino al luogo in cui germoglierà dando origine ad una nuova piantina. Le fanerogame si possono riprodurre inoltre per via asessuata, attraverso la produzione di stoloni.
Le alghe invece per riprodursi utilizzano modalità differenti: esse infatti possono rilasciare spore che, raggiunto il substrato, daranno origine ad un nuovo individuo, oppure possono riprodursi per frammentazione. Le alghe sono infatti capaci di rigenerare completamente il proprio corpo a partire da un piccolo frammento del tallo.
Pur essendo organismi diversi, macroalghe e fanerogame svolgono ruoli ugualmente importanti a livello ecosistemico.
Le fanerogame marine crescono sui fondali sabbiosi in acque temperate e tropicali formando estese praterie. Una specie endemica del Mediterraneo ad esempio, è la Posidonia Oceanica.
Le fanerogame marine costituiscono ecosistemi complessi, utilizzati da centinaia di specie ittiche come aree di nursery e visitate quotidianamente da specie protette come tartarughe marine e dugonghi, che basano la propria dieta sulle foglie di queste piante.
Le macroalghe invece formano vere e proprie foreste nei mari temperati e freddi, in presenza di fondali rocciosi. In queste foreste trovano riparo dai predatori molte specie di pesci, lontre, foche e leoni marini. Vista la loro abbondanza di vita, le foreste di macroalghe sono inoltre utilizzate dagli squali come territori di caccia.
Attraverso la fotosintesi clorofilliana, microalghe, macroalghe e fanerogame marine producono più del 50% dell’ossigeno che respiriamo! Un altro motivo per proteggere gli oceani, dalla cui salute dipende la nostra sopravvivenza sulla terra.
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